Ci sono quei momenti, o meglio quei periodi in cui tutto sembra girare per il verso giusto. E allora la mattina ti svegli con il sorriso, vai in ufficio e sei di buon umore. Piove? E chissenefrega. Ridi, scherzi e se qualcosa va storto non ci fai poi tanto caso.
Ma poi, cazzarola, ci sono quei momenti in cui niente va come dovrebbe. E allora tutto ti disturba: a casa, al lavoro, con gli amici e con la famiglia. Ecco allora che se la tua amica arriva 10 minuti in ritardo all’appuntamento ti incazzi come se ti avesse dato buca senza nemmeno avvisarti.
Ok, io sono un’iraconda e lunatica cronica. Ma devo prendere coscienza del fatto che ultimamente tutto mi fa girare le scatole a 100 all’ora. Perdo senza dubbio la lucidità nella valutazione delle cose, ma cosa ci posso fare?
Un esempio.
Stavamo lavorando a un progetto in ufficio: mesi di riunioni, brainstorming, meeting report, bozze di progetti. E ieri? Fanno una riunione e non m i coinvolgono. Ecco. Sono furibonda. Poco importa se questo lavoro, tra l’altro, non mi piaceva minimamente. Ma sentirmi esclusa così, a titolo gratuito mi manda fuori di testa. Dicono: “sei già oberata di cose… Andiamo avanti noi su questo.”
Stavamo lavorando a un progetto in ufficio: mesi di riunioni, brainstorming, meeting report, bozze di progetti. E ieri? Fanno una riunione e non m i coinvolgono. Ecco. Sono furibonda. Poco importa se questo lavoro, tra l’altro, non mi piaceva minimamente. Ma sentirmi esclusa così, a titolo gratuito mi manda fuori di testa. Dicono: “sei già oberata di cose… Andiamo avanti noi su questo.”
Allora mi chiedo: sono così furente perché è un periodo di m... e vedo tutto nero o ho ragione?
Il mio ego chiaramente suggerisce che io abbia ragione.
E poi, come d’incanto tutto svanisce... Sto battendo freneticamente le dita sulla tastiera del computer, con la fronte aggrottata perché scrivere con la faccia arrabbiata rende meglio l’idea Tada…. la radio in streaming cambia registro e al post di quell’antipaticissimo rapper americano che canta una canzone dal testo a dir poco vomitevole (apro parentesi: se ultimamente vi è capitato di canticchiare in macchina il motivetto, tra l’altro orecchiabile, di “blow my whistle” andate a leggere il testo. Io volevo vomitare) attacca Giorgia. Quella canzone che ultimamente caratterizza il sabato mattina che quando la senti molli tutto, alzi il volume e prende via un quadretto famigliare bellissimo. Per me. E allora lui prende in braccio la piccola principessa e iniziano a ballare. Io canto e li seguo in questo ballo a tre e cantiamo: lui con il fiatone, io stonatissima e lei, ridendo, si attacca con quelle paroline che ormai a imparato anche lei. E noi ci guardiamo con un gran moto di orgoglio dentro perché lei è la nostra meraviglia.
E allora il broncio si trasforma in un sorriso, mi accorgo che fuori c’è anche un filo si sole, che tutto sommato oggi è venerdì e domani potremmo anche buttarci in una gita fuori porta. In fondo la vita non è così brutta oggi. In fondo io sono fortuna perché alla fine posso sempre Scegliere Noi.
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